DANiEL ViNcENZo
PAPA DE DioS

Mindset Coach & Mentor

DANiEL ViNcENZo PAPA DE DioS

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Acque profonde non sono ferme – Parte III: (dal) Profondo

Quando penso a queste acque ci sono tre cose che mi vengono subito in mente: è stato il periodo in cui ho avviato per la prima volta un progetto imprenditoriale da solo, sono andato in Colombia a dicembre per trascorrere il Natale e il Capodanno con i miei genitori dopo 10 anni che non succedeva, e ho incontrato quella che si è rivelata la mia migliore alleata.

Tutto questo faceva parte di quel periodo in cui le cose continuavano a migliorare da ogni punto di vista, e io imparavo sempre di più. Finalmente mi stavano richiamando vecchi contatti per nuovi progetti sia in ambito teatrale che audiovisivo, la mia creatività fluiva e mi sentivo stimolato, la mia famiglia e i miei amici stavano bene e sentivo di avere sempre più chiarezza sul percorso che mi aspettava. Oltretutto, sentivo che c’era una forza maggiore che mi guidava e mi proteggeva: tutto andava bene, tutto scorreva, perché io stavo facendo bene le cose.

Mai mi sarei aspettato tutto quello che è avvenuto dopo. È incredibile come un cambiamento significativo realmente succeda in un istante; pensiamo spesso che le grandi cose richiedano di molto tempo e che solo nel corso degli anni si possano vedere i risultati. Ma alla fine dei conti basta un istante, una decisione, una presa di posizione, un momento in cui diciamo sì, accetto, o basta, o il momento in cui qualcuno smette di parlare, e quando il silenzio ci entra nelle ossa peggio del freddo invernale.

In una sola estate tutto cambiò ritmo e tono, un’estate in cui Lei aveva bisogno di me, perché il suo mondo era improvvisamente cambiato e così, inevitabilmente, anche il mio. Quando al suo mondo era crollato il pavimento, come mi diceva, e le mie insicurezze incrociavano le sue. Le nostre ombre si sono incontrate e intrecciate, forse per la prima volta, e allora le cose non sono più sembrate facili o fluide. Le acque cominciarono ad agitarsi e sembravano annegarci nei nostri tentativi di comunicare, di connettere. Ogni tentativo di avvicinarmi a lei sembrava generare l’effetto opposto, come se stessi nuotando verso la riva e ogni bracciata mi portasse invece sul fondo, nelle profondità.

Qualcosa non quadrava e questo mi spaventava: forse avevo fatto un passo falso? Ma dove, o quando?

Finalmente arriviamo al vero punto di questo scritto, carə lettorə, al vero quadro di queste acque turbolente e preziose. In passato ero scappato, avevo chiuso qualsiasi relazione o situazione quando sentivo che non scorreva, pensando che semplicemente non seguiva il flusso armonico, quindi non era destinato a essere. Come in quei miti e favole antiche in cui i personaggi soffrono e nulla va per il verso giusto perché sono usciti dal loro ruolo o stanno cercando di percorrere una strada che non gli appartiene. Così avrei cambiato rotta da solo, fino a trovare qualcun’altra o altri compagni di viaggio con una nuova destinazione.

Questa volta ho quasi replicato quell’abitudine, quasi. Questa volta è stato diverso, grazie a Lei e grazie a una voce dentro di me che con lei risuonava e che cercava di gridare soffocata: Resta!. Così ho potuto vedere. Perché quelle che sembravano tempeste tossiche erano in realtà la danza tra le nostre ombre, ed è proprio da lì che abbiamo ottenuto gli strumenti per costruire la nostra vita, le fondamenta della nostra relazione, per costruire il terreno fertile dove affrontare insieme le nostre ferite. Non è stato facile, né io avevo questa consapevolezza o chiarezza in quel momento. Ci sono state differenze, momenti di distanza e sentimenti di abbandono. E sono grato per tutto questo, sono grato a Lei e a me stesso per aver fatto le cose diversamente. Poiché grazie a questi eventi ho iniziato a vedere tutto con altri occhi, come con uno sguardo più limpido e una percezione più profonda. Mi sono reso conto che, cercando così tanto quel flusso in ogni evento o relazione, stavo perdendo di vista me stesso. Perché, in questo modo, il senso di fluidità diventava più importante dell’esperienza stessa, come se la priorità fosse quella di mantenermi su un percorso sempre armonioso, dove tutto quadra.

In un contesto che spesso allena la nostra mente a concentrarsi sui risultati, ho sempre creduto profondamente che sia fondamentale godersi il viaggio senza essere ossessionati solo dalla destinazione. Queste acque mi hanno aiutato a capire che è altrettanto cruciale non fissarsi su un percorso che aderisca sempre e per forza al nostro concetto di armonia o fluidità, perché nel mio caso questo ha iniziato a formare una zona di comfort estrema. Con questa mentalità, stavo involontariamente rinunciando al mio Potere e condannando la mia stessa Forza.

Partendo dal presupposto che un senso di fluidità e di facilità significhi che un’entità divina si connette con me, e dunque sono in grado di manifestare, sto subordinando i miei desideri e i miei obiettivi a questo nuovo concetto di Bene, cercando una certa approvazione cosmica. Infatti, secondo questa logica, è solo con tale approvazione che le cose scorrono, ed è allora che ci sentiamo bene e acquisiamo la cosa più vicina a un superpotere contemporaneo. In dato caso permettiamo a questa dinamica di determinare le nostre azioni e le nostre scelte, e al contempo di portarci a condannare le difficoltà e a idealizzare le comodità. Perché, allora, tutto ciò che richieda uno sforzo che sembri scomodo, o che richieda un movimento che non rientri nella nostra definizione di “armonia”, verrà considerato tossico, che non doveva essere, perché stiamo forzando le cose e dovremmo semplicemente imparare a lasciar andare.

Meno male che io mi trovo in acque profonde, quelle che possiamo esplorare nella loro infinita ricchezza, che mi invitano a scegliere nettamente e ad afferrarmi con forza a ciò che amo, perché non sono ferme.

Ho voluto concentrarmi sul ruolo che la mia relazione con Lei ha avuto in questo grande processo perché, anche se ci sono state altre situazioni che mi hanno scosso o portato a interrogarmi, amicizie che ho salutato ed esperienze lavorative irregolari, sento che è stato l’acceleratore principale di tanti moti che mi hanno portato tutti a questa stessa conclusione.  

Ho identificato e mi sono liberato da vecchi schemi attraverso le mie azioni e le mie scelte. Non è stato e non è qualcosa che accade da un giorno all’altro, perché non si tratta di cambiare o aggiustare qualcosa di rotto, ma di scegliere ogni singolo giorno: scegliere ogni istante, senza timidezza o ambiguità, invece di vivere passivamente le conseguenze delle nostre decisioni passate.

Grazie, carə lettorə, per avermi accompagnato in questa storia, per la quale ho preso più spazio di quanto avessi previsto.

Ti auguro di non rinunciare mai al tuo potere e alla tua forza, al tuo libero arbitrio solo di fronte a una fluidità apparente.

Scritto originale in: Spagnolo

Daniel Vincenzo Papa De Dios