I Tarocchi sono carte di origine relativamente incerta, documenti riguardo la loro esistenza risalgono al XIII secolo e sappiamo che nel XV secolo erano già diffuse in quasi tutta Europa come carte usate sia nel gioco, sia nella divinazione, allora queste carte venivano chiamate anche Trionfi. Molti mazzi sono stati prodotti nel periodo Rinascimentale sotto commissione di alcune famiglie aristocratiche. In questi casi spesso si ritrovano rappresentati i membri stessi della famiglia attraverso allegorie religiose o con riferimenti alla mitologia greco-romana.
Un mazzo di Tarocchi è composto normalmente da 78 carte: 22 Arcani Maggiori, o Trionfi, spesso dotati di numerazione romana e un Nome, e 56 Arcani Minori, segnati con numerali arabi e suddivisi nei quattro semi di Bastoni, Denari, Coppe e Spade, composti ognuno da dieci Numerali e quattro Carte di corte, dai quali derivano i semi delle carte da gioco contemporanee. Ogni seme degli Arcani Minori viene spesso associato a una casta o classe sociale, una sfera o facoltà umana e a un elemento. I Bastoni rappresentavano gli artigiani, la creatività e la volontà, e il fuoco; i Denari erano associati ai mercanti, al corpo fisico e le possessioni materiali, e alla terra; le Coppe erano il clero, le emozioni e i sentimenti, e l’acqua; mentre le Spade rappresentavano la nobiltà e i militari, la ragione e il pensiero, e l’elemento aria.
Le carte dei tarocchi hanno avuto diversi usi in diversi momenti storici e con l’influenza di diverse culture. Oggi tendiamo ad associarle principalmente con la cartomanzia: la lettura delle carte in relazione a eventi futuri. Non sempre la cartomanzia viene proposta come una forma di divinazione o interpretazione di un futuro specifico che si avvicina, ci sono contesti in cui il messaggio delle carte è considerato un suggerimento o consiglio che lə consultante può liberamente scegliere di ascoltare. Ci sono anche situazioni in cui la lettura mira ad essere un assaggio dei futuri possibili secondo lo stato d’arte delle cose, secondo la attuale posizione del consultante. Per comprendere meglio questa tipologia di dinamica con le carte, basta immaginare lə consultante come uno scacco in mezzo a una partita: a seconda della sua posizione attuale, e dunque anche della posizione degli altri pezzi che lo circondano in quell’istante, egli ha diverse possibilità di movimento, diversi futuri ancora non realizzati, finché non si prende una decisione, si agisce e si conclude il turno. In ogni turno, le possibilità saranno diverse, sia perché si è mosso lo scacco in questione o perché si sono spostati i pezzi circostanti.
Oggi esiste un altro tipo di uso dei Tarocchi che reputo importante menzionare qui e che ha origini più recenti: la tarologia, coniata dall’artista e autore cileno Alejandro Jodorowsky Prullansky. In questo caso le carte vengono usate come medium di esplorazione e conoscenza interiore del consultante piuttosto che di eventi esterni. Si osservano le reazioni che lə consultante ha in relazione a determinate carte, alla loro iconografia archetipica, da aspetti psicoemotivi a sensazioni fisiche. I tarocchi diventano in un simile contesto strumento di autoconoscenza e presa di consapevolezza, potenzialmente terapeutico.
Esistono tantissimi mazzi con diversi stili che fanno riferimento a culture e immaginari variegati, ciononostante, di solito si mantiene sempre una simbologia comune. Può cambiare il tratto, possono variare i colori e altre caratteristiche grafiche, alcuni elementi dell’ambientazione o dei personaggi stessi possono avere una declinazione diversa in relazione all’immaginario a cui si fa riferimento, eppure spesso si ritrovano dei comuni denominatori, dei leitmotiv visivi che probabilmente compongono un bagaglio simbolico archetipico e collettivo, nonché la struttura semantica base di ogni carta, una specie di kokoro 心 (cuore o spirito).
Ci sono tipologie di mazzi quante metodologie di lettura e interpretazione. C’è chi, seguendo una forte e diffusa tradizione, dà un’interpretazione diversa a seconda del verso della carta, dunque quando la carta è dritta nei confronti del lettore prevalgono le sue valenze più positive mentre quando è capovolta prevalgono quelle opposte, quelle caratteristiche che di solito consideriamo negative. C’è chi non fa caso al verso delle carte e preferisce dare priorità alla sola posizione e postazione in relazione alle altre carte presenti nella lettura, o alle informazioni che emergono nell’istante della lettura stessa in relazione al consultante.
Una cosa che reputo fondamentale ricordare: le carte, come le parole, come ogni altro simbolo, non sono di loro natura positive o negative. Ogni carta trasmette un significato profondo e complesso quanto le emozioni e i pensieri che può suscitare o stimolare e che si relaziona inevitabilmente con le persone e il mondo circostante, come d’altronde ogni cosa in questa vita.